Racconti per Berlino

Da dove arriva la Pasqua?

Cosa si festeggia a Pasqua? Lo sanno tutti! A Pasqua si ricorda la resurrezione di Gesù! Ma i coniglietti di cioccolato e le uova colorate a cosa servono?

Facciamo insieme un salto nel passato: scopriremo cose interessanti!

C’era una volta, tanto tempo fa, un mondo semplice in cui non esistevano la televisione, le automobili e nemmeno i grattacieli. A dire il vero mancavano anche un sacco di altre cose, perché non erano ancora state inventate: se si voleva andare in un’altra città, bisognava andarci a piedi, oppure a cavallo se si era abbastanza ricchi da averne uno. No, non c’erano neppure le biciclette! 
E sapete qual era un’altra cosa che non esisteva? Il supermercato! Se si voleva mangiare, conveniva coltivarsi il proprio orticello e magari allevare qualche gallinella. Al massimo si poteva andare una volta ogni tanto al mercato, dove chi aveva coltivato un po’ di più vendeva quello che gli avanzava.

Queste persone, che la sera sedevano alla fioca luce di una candela a raccontarsi storie e a cucire i propri abiti, avevano imparato a fare molta attenzione alla terra, al cielo e al ritmo delle stagioni. 
In inverno faceva freddo, la terra gelava e le verdure nell’orto non crescevano. 
Per cena si metteva in tavola quello che si era raccolto alla fine dell’estate, quindi tutti facevano del proprio meglio per riempire ben bene la dispensa, perché quel cibo doveva durare fino alla primavera!
Non c’è dubbio: l’inverno era la stagione più dura da superare! Il buio, il freddo, le giornate corte, il cibo scarso… Quando finalmente tornava la primavera, vi potete immaginate che festa?
Nelle regioni più settentrionali di quel mondo semplice, quelle in cui l’inverno era più rigido e durava più a lungo, le persone facevano davvero una grandissima festa quando arrivava la primavera! La chiamavano la festa di Ostara, e la dedicavano alla dea della fertilità, che si chiamava proprio Ostara.
Accendevano un cero e lo tenevano acceso tutta la notte e uno dei simboli preferiti per questa festa era proprio… il coniglio! Sapevate che una coppia di conigli può avere fino a 800 discendenti in un solo anno? Gli abitanti di quel mondo semplice decisero che il coniglio era il simbolo perfetto, perché faceva pensare alla vita che continua, proprio come la primavera!
E le uova? Anche le uova sono simboli che rappresentano la nascita e la vita: quando si schiudono, dopo essere state covate dalla gallina, ne esce un morbidissimo pulcino! La tradizione di regalare uova all’inizio della primavera è vecchia di millenni!

Ora vi dico un segreto: quel mondo semplice di tanto tempo fa è cresciuto e cambiato e le persone hanno inventato i supermercati, le biciclette e persino le astronavi! Alla fine è diventato… Il nostro mondo!
Proprio così: la festa di Ostara si celebrava ogni anno in Germania per salutare l’arrivo della primavera, delle giornate più lunghe e dell’aria finalmente tiepida. 

Secoli dopo, quando la religione cristiana si diffuse in Europa, le persone mescolarono la festa della primavera con il ricordo della rinascita di Gesù: avete notato, per esempio, che “Pasqua” in tedesco si dice “Ostern”? In Germania infatti la festa di Ostara era molto importante, e quando venne unita alla festa cristiana il nome rimase comunque molto simile. E fu proprio in Germania che ebbe origine la tradizione di regalare dolci e biscotti a forma di coniglio per Pasqua, insieme a un cestino di uova!
Adesso si racconta che i coniglietti dispettosi, per fare uno scherzo ai bambini, nascondano le uova dietro ai cespugli o in mezzo al prato. Ecco perché la mattina di Pasqua bisogna andare a caccia delle uova di cioccolato nascoste!

Volete un’idea divertente per colorare le vostre uova in occasione della Pasqua?
Eccola qua: dovete mettere le uova in un pentolino pieno d’acqua e farle bollire per dieci minuti. Se volete che diventino arancioni, fateci bollire insieme una cipolla; se le volete verdi, usate gli spinaci; gialle, mettete nell’acqua una bustina di tè; se le volete rosse invece, prendete della barbabietola cotta e grattugiata. Potete anche dipingere il guscio con pennello e tempera; incollare delle foglie e poi staccarle a fine cottura per far risaltare l’impronta;o attaccare degli adesivi… 

Divertitevi secondo la vostra fantasia e…BUONA PASQUA A TUTTI! 
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Illustrazione di: Francesca Sai. 




La Scuola degli Animali



Era il primo giorno di scuola, nella rinomata “Scuola degli Animali”, e già la confusione regnava sovrana: i cuccioli si erano raggruppati nelle rispettive aule, ma nessuno riusciva a fare lezione!

Nella classe dei cavalli, per esempio, il cavallo Giovanni che veniva dall’Italia diceva: - Hiiii! e il cavallo John, che arrivava dall’Inghilterra, rispondeva: - Wehee!, mentre la cavalla Johanna, originaria della Germania, gridava a tutta voce: - Wihiie! e nessuno capiva più niente. In un angolino, il cavallo turco Yahya tentava di spiegare: - E-he-he-he!, ma la cavalla Jeanne, dalla Francia, gli rispondeva: - Hiiiii!, scrollando la testa sconsolata.

Non andava meglio nella classe dei gatti, dove la micetta inglese Julie cercava di prendere la parola con un timido: - Meow?, mentre il gatto Jwlyān, che veniva dalla lontana Turchia, cercava di convincerla con il suo - Miyav! Perplessi, il gatto francese Jules, la gattina italiana Giulia e il grosso gattone tedesco Julius tentavano di capirsi: - Miaou?, chiedeva Jules. – Miao!, rispondeva convinta Giulia, mentre Julius sosteneva il proprio punto di vista con un bel - Miau! a pieni polmoni.

Anche nella classe dei cani regnava il caos assoluto. Avrebbero voluto scambiare quattro chiacchiere in amicizia, ma non c’era verso di mettersi d’accordo. Tre di loro scoprirono di chiamarsi con lo stesso nome: il cane inglese, quello francese e quello tedesco si chiamavano infatti tutti Robert e provarono a discutere di questa straordinaria coincidenza, ma al tenue - Yap yap! dell’inglese faceva eco un rude - Wau wau! da parte del tedesco, mentre il francese si disperava: - Ouah ouah! Dall’altra parte dell’aula, l’italiano Roberto e il turco Rashid si scambiavano sconsolatamente il parere: - Bau bau!, intonava l’italiano. - Hev hev!, replicava tristemente il turco.

In un’altra sezione diversi animali cercavano di organizzarsi per il coro della scuola: uccellini di piccola taglia, corvi e ranocchie stentavano però a trovare l’armonia sotto la guida di un gruppo di galli molto confusi. Nel gruppo degli uccellini c’erano due piccole di nome Maria: una proveniva dall’Italia e l’altra dalla Germania. Insieme all’inglese Mary, alla francese Marie e alla turca Maryam intonarono un coro, ma il risultato fu un vero disastro! I rispettivi: - Cip cip!, - Piep piep!, - Chirp!, - Cui cui!, - Jiyk jiyk! tutti mescolati alla rinfusa fecero sussultare il gruppo dei corvi, che cominciarono subito a gracchiare per far smettere quella cacofonia. Il corvo italiano Andrea, però, sovrapponeva il suo imperioso - Cra cra! al più mite - Caw! dell’inglese Andrew. Nel frattempo Andreas, il corvo tedesco, cercava di imporsi gridando - Kra-kra!, arrivando persino a zittire il povero André, proveniente dalla Francia, che con il suo elegante - Croâ croâ! non riusciva quasi a far sentire la propria voce. Il timidissimo corvo turco Andraous non osava neppure aprire il becco.

Le rane provarono a protestare per il baccano, ma si ritrovarono alle prese con analoghi problemi di comprensione, quando l’italiana Stefania gracchiò: - Cra cra! e si sentì rispondere: - Vrak vrak! dal simpatico ranocchio turco Istfan. Allo stesso modo, il francese Etienne rimase sconcertato, quando al suo raffinato - Croa croa! fece eco uno sguaiato - Quaak quaak! da parte del tedesco Stefan. Sconsolata, la piccola ranocchietta inglese Stephanie gracchiava tra sé e sé: - Croak!

Fu così che il gruppo dei galli decise di prendere in mano la situazione, scatenando però la confusione più totale. Con un vivace agitarsi di piume colorate, l’imperioso - Kuk-kurri-kuuu! del turco Iskandar si sovrapponeva al raffinato – Cocorico! del gallo francese Alexandre e all’elaborato - Cock-a-doodle-doo! di Alexander l’inglese, mentre l’italiano Alessandro e il tedesco Alexander tentavano di far valere le proprie ragioni: - Chicchirichì!, gridava il primo. – Kikeriki!, gli faceva eco il secondo.

Udendo un tale frastuono, le pecore che si trovavano nell’aula accanto si preoccuparono e corsero tutte insieme a controllare cosa mai stesse accadendo. Si fermarono a contemplare il turbinio di piume colorate e penne nere in mezzo a cui si vedevano saltellare delle rane gracidanti e vollero commentare la scena tra loro. - Baehh baehh!, osservò il tedesco Gabriel. – Bêê!, gli fece invece notare l’affascinante Gabrielle, che proveniva dalla Francia. – Baa!, si intromise con eleganza l’inglese Gabriel, mentre: - Bee!, fu il semplice commento della pecora italiana, Gabriella, rivolta al serio Jibrīl, turco, che si limitò a mormorare: - Maeh maeh! agitando la testa poco convinto.

Fu a questo punto che suonò la campanella che invitava tutti a mangiare e gli animali affamati corsero nella sala mensa, affollandosi intorno a grandi tavoli in mezzo ai quali erano poste delle belle teglie contenenti…

- Pizza!, gridarono in coro i cuccioli inglesi.
- Pizza!, gridarono in coro i cuccioli francesi.
- Pizza!, gridarono in coro i cuccioli tedeschi.
- Pizza!, gridarono in coro i cuccioli turchi.
- Pizza!, gridarono in coro i cuccioli italiani.

E fu proprio davanti a una saporita fetta di pizza, che cominciarono finalmente a capire che avrebbero dovuto imparare ciascuno la lingua dell’altro, per poter chiacchierare, cantare e divertirsi insieme.

Da allora nella “Scuola degli Animali” regnano l’armonia, la pace e l’amicizia, perché tutti hanno imparato che c’è tanto da scoprire in un nuovo arrivato e che vale sempre la pena incontrarlo e comprenderlo.

Gli animali della scuola non hanno più paura di ciò che non conoscono, ma sono pieni di curiosità e aspettativa: quali magiche sorprese porterà con sé il prossimo cucciolo?
[Pubblicato su: a4k]

Illustrazioni di: Francesca Sai.

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