martedì 14 luglio 2020

Stratagemmi, regole e conclusioni

Come personalizzare il tuo libro
Stratagemmi, regole e conclusioni


Se mi hai seguita fin qui, facendo tesoro di tutti i suggerimenti forniti nella serie di post dedicati a Come scrivere un libro ai tempi del Covid-19 dovresti essere a buon punto con la tua opera. Mettendo in pratica le indicazioni che hai trovato nei vari post riuscirai a scrivere il tuo romanzo in maniera chiara, semplice e comprensibile. 

Julia Roberts è in difficoltà
In tutta onestà, e ti parlo tanto da lettrice quanto da editor, un romanzo scritto in maniera chiara, semplice e comprensibile vince a mani basse contro uno scritto in modo inutilmente elaborato. Se non sei un maestro nell'uso della lingua - e, perdonami l'ardire, è più che probabile che tu non lo sia - rischi solo di creare un testo pesante, di lettura e comprensione difficoltose, che distoglierà l'attenzione dalla storia perché richiede eccessiva concentrazione per decifrarlo. 

È giusto tuttavia desiderare che il proprio romanzo rispecchi qualcosa di sé anche nello stile e nella forma. In commercio ci sono tanti libri che sembrano scritti dalla stessa mano nonostante il nome in copertina sia diverso e questo è un peccato. La varietà in letteratura è una ricchezza, non solo per quanto riguarda i contenuti, bensì anche la forma e lo stile. 
Se questo discorso ti sta confondendo, non preoccuparti. In questo articolo proverò a suggerirti qualche idea su come personalizzare il tuo libro. 

1. Stratagemmi
La prima cosa che devi sapere sugli stratagemmi è che devono servire a far avanzare la trama. Se così non è, se lo stratagemma è fine a se stesso, perde di significato e rischia di "allungare il brodo" e basta.

- Uno stratagemma molto diffuso, che serve a movimentare la narrazione, è l'utilizzo di flashback.
Un flashback è il racconto - spesso in prima persona anche quando la narrazione è in terza persona - di un fatto accaduto al/alla protagonista o a un altro personaggio nel passato. 
Va da sé che il flashback ha senso se il fatto raccontato ha attinenza con quanto sta accadendo nella narrazione. Non inserirai un flashback di tre pagine in cui la protagonista ricorda felici episodi d'infanzia nel momento in cui si trova ad affrontare tre bruti armati di coltelli e spranghe che intendono conciarla male perché il loro capo è convinto che lei sia una spia.

Photo by Maksym Kaharlytskyi on Unsplash
- Un altro stratagemma che spesso si trova nei romanzi è il salto temporale
In questo caso l'alternanza è tra eventi che capitano nel periodo in cui si svolge la storia principale e altri eventi che risalgono al passato. Come nel caso del flashback, anche l'utilizzo di questo stratagemma deve avere un motivo: gli eventi del passato devono avere un collegamento con quello che riguarda la narrazione principale. 
Trovi un buon esempio nei romanzi di Kate Mosse "I codici del labirinto" o "L'ottavo arcano". 

- Nell'ultimo articolo abbiamo parlato di cambio di POV
Anche questo è uno stratagemma molto diffuso, che spesso, per un autore esordiente, risulta anche la maniera più facile per scrivere un romanzo. Non utilizzarlo, però, per raccontare la stessa cosa più volte: ricorda che ogni capitolo, ogni paragrafo, ogni parola del tuo romanzo hanno un unico scopo, ovvero portare avanti la storia. Se ti ritrovi a cambiare POV solo per aggiungere un dettaglio qua e là, o per approfondire un personaggio, ma la storia non si muove, riconsidera la modalità di narrazione. Forse utilizzando la terza persona la tua storia in questo caso verrebbe raccontata meglio.

2. Cosa NON fare
Ogni autore è libero di creare il proprio libro nella maniera che preferisce, in fondo è il suo libro, no?
Certo che sì! Se desideri tenere il tuo manoscritto sul comodino, contemplarlo, leggertelo e rileggertelo ad libitum per vivere e rivivere le sensazioni che ti suscita, puoi dimenticare tutto quello che hai letto finora. Non devi far felice che te stesso, e qui non esistono regole. Perché eliminare quell'aneddoto che solo tu e tuo cugino capite? Sarà bello ricordare certi momenti anche tra molti anni. 
Le cose cambiano quando da privata la tua scrittura deve diventare pubblica. 

Photo by Joshua Hoehne on Unsplash
In questo caso, infatti, vuoi che chi legge il tuo libro provi delle sensazioni, impari qualcosa di nuovo, comprenda un concetto, eccetera. Per questo è importante utilizzare un linguaggio e una forma che ti permettano di conseguire tale obiettivo. 

- L'aneddoto familiare? Taglialo, o modificalo in modo da renderlo fruibile anche a chi non era presente e non ti conosce.

- Aggettivi e avverbi? Utilizzali con parsimonia. Il tuo tempo è troppo importante perché lo sprechi per scrivere una cosa del genere (e il tempo dei tuoi lettori è troppo importante perché lo sprechino leggendola):
Maria si alzò lentamente dal morbido e caldo letto dalla struttura in metallo laccato bianco, scostando con agili dita affusolate il variopinto copriletto trapuntato. Infilò accuratamente i magri e pallidi piedi nelle soffici pantofole rosa che l'aspettavano sul vecchio scendiletto bianco e sdrucito e si alzò allegramente. Si diresse quindi speditamente alla finestra e aprì le pesanti tende rosse che impedivano all'abbagliante luce del sole di penetrare nella simpatica cameretta attraversando i vetri trasparenti e puliti con i suoi caldi raggi decisi. 
[Questo brano è di mia invenzione, l'ho scritto ispirandomi ai manoscritti che leggo in veste di editor. Giuro che mi sono imbattuta nella luce luminosa e nell'aria ariosa. Quando prende, la smania da aggettivo non perdona!]

- Termini desueti? Se non c'è una ragione per preferirli al loro sinonimo di uso comune, non usarli. A nessuno piace leggere un romanzo tenendo il dizionario a portata di mano. Se credi che infarcire il tuo scritto di parole antiquate ti faccia apparire colto, ripensaci: è più probabile che ti faccia apparire pretenzioso. Questo non significa che tu debba utilizzare un linguaggio povero, al contrario è importante scegliere sempre il termine giusto - cosa che è del tutto possibile senza fare ricorso a termini fintamente colti e che dimostra padronanza del linguaggio.

- Parolacce? Capita di leggere libri pieni di parolacce, spesso si tratta di romanzi destinati ai più giovani. Si pensa probabilmente che i giovani sentano la scrittura piu vicina al loro mondo, ma questo stratagemma ha dei notevoli risvolti negativi: i ragazzi il cui mondo è purtroppo fatto di parolacce difficilmente si accosteranno alla lettura di qualunque libro, fosse anche un dizionario di insulti e parole scurrili; se i ragazzi che leggono il libro proveranno a imitarne lo stile in un compito in classe prenderanno un voto pessimo, perché non è così che si scrive; la maggior parte degli altri lettori boccerà il romanzo. Se hai bisogno di infilare una parola scurrile ogni due righe per rendere il tuo libro interessante, forse dovresti ripensare del tutto alla storia che vuoi raccontare. Le parolacce non sono bandite, ma utilizzale con parsimonia e, come sempre, solo quando hanno una ragione d'essere.

3. Onomatopee, punteggiatura da fumetto, MAIUSCOLE
Dedico un paragrafo a parte a un dettaglio quasi del tutto grafico, ma che ha un impatto sul risultato finale.
A meno che non si tratti di un libro per bambini, o al limite un libro comico in cui la concisione risulti essenziale, non fare uso di onomatopee, punteggiatura da fumetto o parole scritte in maiuscolo nel tuo libro. Suggeriscono pigrizia o scarse abilità di scrittura. È accettabile l'occasionale shhhh! ma in generale vale il principio per cui, se hai scelto di scrivere un romanzo e non un fumetto, utilizzerai il linguaggio e non una serie di segni. Elimina quindi tutti i "?!" che hai infilato per indicare sorpresa, i "...?" per indicare attesa, i "Grrrr..." per indicare rabbia, gli "AIUTO!" per indicare che qualcuno sta gridando, eccetera. Riformula le frasi se trovi che il risultato non sia abbastanza incisivo. Sei un autore, e un autore usa le parole per comunicare un concetto e per raccontare una storia. 

4. Le regole 
Tanti autori adorano ripetere che "le regole ci sono perché vengano infrante". Spesso si tratta di autori inesperti, che vorrebbero giustificare la propria ignoranza o il proprio mancato rispetto delle regole sollevando lo scudo della ribellione.
Ricordati che solo la conoscenza approfondita delle regole e la sensibilità affinata dall'esperienza ti consentono di valutare e decidere se e in quali casi valga la pena infrangere le suddette regole. Spoiler alert: di solito non ne vale la pena. Un testo che rispetta le regole è di norma più scorrevole, leggibile ed elegante di un testo che non le rispetta.

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 Le regole riguardano:

- la grammatica
- l'uso corretto dei verbi
- l'uso corretto della consecutio temporum
- l'uso corretto della punteggiatura
- l'uso della parola giusta al posto giusto

Vuoi un esempio di ottima scrittura? Leggi qualcosa, qualsiasi cosa di Umberto Eco. Troverai un linguaggio ricco utilizzato in modo appropriato; chiarezza espressiva unita a correttezza sintattica: i personaggi che compaiono nei suoi romanzi parlano sempre in modo corretto, anche quando sono di bassa estrazione sociale e hanno poca cultura. Per distinguere la loro voce da quella dei personaggi più colti, Umberto Eco utlizza un linguaggio molto semplice, ma non per questo grammaticalmente scorretto o dialettale. Non importa se, nella vita reale, questa persona non azzeccherebbe un congiuntivo neanche a pagarla: questo è un libro, e in un libro è importante mantenere un linguaggio chiaro per trasmettere nel modo migliore idee ed emozioni. 

Qualche riferimento:
- Le 40 regole per scrivere bene di Umberto Eco
- La Treccani per i significati, i sinonimi, i contrari e il chiarimento di molti dubbi
- L' Accademia della Crusca per risolvere i tuoi dubbi sull'uso di verbi, coniugazioni, plurali, uso di femminile e/o maschile, singolare o plurale, eccetera.

5. Pensieri sparsi
- Primo pensiero: Vorrei spezzare una lancia a favore delle ripetizioni. So che ti hanno insegnato a evitarle a tutti i costi, e quando sia disponibile un sinonimo equivalente è senz'altro preferibile non ripetere la stessa parola ancora e ancora. Tuttavia ricorda che non tutti i sinonimi si equivalgono. Spesso si tratta di sfumature di significato, per questo devi fare attenzione a scegliere i tuoi sinonimi. Se non sei sicuro, consulta il dizionario. Il tuo vocabolario si arricchirà e il tuo libro sarà migliore.
Una ripetizione può rendersi necessaria qualora tu abbia necessità di rinforzare un concetto, o nel caso un sinonimo perfettamente equivalente manchi. Spesso puoi aggirare il problema modificando la struttura della frase o del paragrafo, ma ricorda che è meglio trovare un termine ripetuto, che un concetto espresso male. 
- Secondo pensiero: Ultimamente si trovano molti libri in cui la storia è raccontata grazie a una successione di frasi molto brevi, spesso legate da una congiunzione (ma, però, e, o). Sappi che non si tratta di uno stile, bensì di uno stratagemma. Lo scopo vuole essere quello di imporre un certo ritmo alla lettura, tuttavia, come sempre, quando se ne abusa, il risultato è lontanissimo dall'intento.
Maria si alzò. Andò alla finestra. Ma era chiusa. La aprì. E guardò fuori. Gli uccellini cinguettavano. E le auto rombavano.
Capisci cosa voglio dire? Continui ad aspettarti che succeda qualcosa, che la situazione si ribalti, che Maria faccia una scoperta di qualche tipo... invece non succede niente, a parte che alla fine ti pare di avere il singhiozzo. Questo è infrangere una regola (non si comincia una frase con una congiunzione) e utilizzare male uno stratagemma allo stesso tempo.

6. Conclusione
Le indicazioni che hai trovato in questa serie di articoli costituiscono una base sulla quale costruire una buona scrittura, ma non servono a niente se non fai esperienza con molta, molta pratica.
Ci sono scrittori esperti, capaci di gestire qualsiasi situazione, che possono permettersi di fare tutto e il contrario di tutto. Resta umile e parti dal presupposto che purtroppo (per il momento) non si tratta di te.

È meglio scrivere in maniera eccellente un racconto nella maniera più tradizionale possibile, 
che tentare una scrittura estrosa senza riuscire.

Giunti a questo punto non mi rimane che ringraziarti di avermi seguita fin qui e augurarti la miglior fortuna possibile con il tuo prossimo libro!

Photo by Yan Ming on Unsplash


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